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Domande & Risposte

Protesi Estetica/Faccette

Sono delle “cover” per lo più in ceramica, che ricoprono la parte estetica (anteriore) dei denti. Il procedimento con le quali vengono confezionate è individualizzato a seconda delle caratteristiche estetiche del volto e dei gusti del paziente.

No. Nella maggior parte delle volte, per mezzo di faccette in ceramica, oltre ad avere un assoluto miglioramento estetico, si conferisce al dente una maggiore resistenza. I denti risultano, infatti, rinforzati.

Sì, compatibilmente con la funzionalità della bocca. Oltre che belli, i denti, devono muoversi in un sistema ordinato che non vogliamo modificare. Nella gran parte dei pazienti si possono integrare le faccette estetiche in questo sistema.

Dopo aver studiato la migliore soluzione estetica, il colore e la forma, occorrono due sedute operative e il lavoro è concluso.

Se, dopo un attento studio preliminare, sono eseguite a regola d’arte e ben controllate, possono durare decine di anni.

Cosmesi/Igiene e Prevenzione

È un insieme di batteri che si depositano continuamente sulla superficie dei nostri denti, specialmente in corrispondenza dell’attaccatura delle gengive ovvero laddove non riescono ad arrivare i sistemi di autodetersione quali la masticazione e la fonazione.

No. Gli sbiancanti moderni hanno delle composizioni assolutamente non dannose per lo smalto dei denti.

In alcuni casi, sporadici, ci può essere una sensibilità aumentata durante il trattamento. Il mio protocollo prevede, infatti, delle sedute di breve durata ripetute con più applicazioni. La sintomatologia, se permane, può essere trattata con specifici dentifrici in commercio.

Dipende dal colore di partenza dei denti e dalle abitudini alimentari dei pazienti.

Sì, compatibilmente con determinate abitudini alimentari o professioni dei pazienti.

Dopo aver protetto le gengive e le guance, si applica un gel sui denti e lo si lascia agire per qualche minuto sotto una particolare luce o un laser. Successivamente si sciacqua e si ripete l’operazione. Questo gel agisce selettivamente sui ……. che sono insiti nella struttura del dente, sbiancandoli.

Tra le cause orali più comuni, la prima è un controllo della placca insufficiente. A questa si aggiungono la presenza di carie e di restauri protesici incongrui che favoriscono l’accumulo di residui di cibo e di placca stessa. In una bocca sostanzialmente perfetta, invece, le cause devono essere ricercate in altri distretti.

Queste due evidenze cliniche mostrano, senza dubbio, una malattia parodontale in atto, conosciuta come parodontite o più “anticamente” piorrea. È indispensabile una visita per identificare le cause e definire il grado della malattia.

A livello domiciliare utilizzare quotidianamente, come minimo, lo spazzolino (la cosa non è scontata) ed il filo interdentale unitamente a dentifrici e collutori. Inoltre, almeno una volta l’anno, effettuare una pulizia dei denti professionale, indispensabile per mantenere un alto livello di salute.

Ortodonzia

È un apparecchio ortodontico costituito da mascherine termostampate di plastica che si inseriscono sulle arcate dentarie e inducono i denti a spostarsi. Di fatto è un apparecchio mobile ma va indossato 22 ore al giorno. Si toglie solo per mangiare e per la sua pulizia.

Possiamo affermare che può risolvere il 90% dei problemi. Il restante 10% può essere eventualmente risolto con delle terapie combinate che diminuirebbero il tempo di una eventuale terapia ortodontica tradizionale.

Passati i primi due giorni necessari ad abituarsi ad un nuovo piccolo ingombro, l’impatto sulla vita quotidiana è pari a zero.

Implantologia

Sì, eccetto ovviamente quei soggetti, bambini e adolescenti, che non hanno ancora sviluppato completamente i processi di crescita ossee. Tecniche mini invasive ci consentono di trattare anche pazienti affetti da gravi patologie sistemiche come diabete e cardiopatie, a patto che tali patologie siano sotto controllo medico specialistico.

Le moderne tecniche chirurgiche ci permettono di sostituire intere arcate anche con soli 4/6 impianti.

No. Per i pazienti che assumono terapie farmacologiche specifiche vanno valutati i tempi, il tipo di molecola assunta, e, di comune accordo con il medico curante, si possono programmare interventi di implantologia senza particolari rischi.

Si, a patto che, come per le altre malattie sistemiche, la parodontite sia stata trattata e sia sotto stretto controllo periodico.

Un impianto è una vite in titanio o zirconio che sostituisce il dente nella sua parte radicolare. Su di esso viene cementata o avvitata la corona, ovvero la parte visibile del dente. La durata dell’impianto dipende da tanti fattori tra cui l’ottima diagnosi e programmazione, un’accurata selezione sia dei materiali che dei siti in cui inserirli e, non ultimo, un attento monitoraggio e controllo periodico.

FAQ Generiche

Sì, basti pensare che, dolci a parte, ogni alimento possiede un certo potere di abrasione. Possiamo considerare potenzialmente pericoloso, ad esempio, un abuso di agrumi (limoni) specialmente se associato a un vigoroso spazzolamento.

Almeno nei due momenti classici, mattina e sera, per almeno due minuti con uno spazzolino rigorosamente morbido, così da pulire tutti i denti in tutta la loro superficie. SI consiglia, inoltre, un corretto utilizzo del filo interdentale. Tutto ciò che vogliamo utilizzare in più (idropulsore, scovolini, collutori, ecc.) non può in nessun modo sostituire spazzolino e filo interdentale.

La stragrande maggioranza delle terapie dentali viene effettuata sotto l’effetto dell’anestetico locale. Oggi è possibile trattare le zone da anestetizzare con delle pomate a base di anestetico; questo limita in larga misura anche la spiacevole “punturina” iniziale. Quando siamo di fronte a casai più complessi, sia dal punto di vista chirurgico sia emozionale, possiamo contare sulla collaborazione, anche nel nostro studio, di colleghi medici, chirurghi e anestesisti che somministrano farmaci endovena atti ad addormentare “leggermente” i pazienti.

In presenza dell’anestesista è possibile procedere ad una sedazione con farmaci somministrati, con diversi dosaggi, in forma endovenosa che producono prima una piacevole sensazione di benessere e successivamente uno stato di sonnolenza sempre facilmente reversibile. Tutta la procedura viene effettuata sotto continuo monitoraggio dei parametri vitali. Questa procedura è facilmente attuabile sui pazienti di tutte le età ed è particolarmente indicata per quelle persone caratterizzate da diversi stati di paura o sono semplicemente intimorite dalle cure odontoiatriche in generale o da quelle procedure che richiedono anche diverse ore di intervento.

No, quando si manifesta un dolore la patologia ha già provocato un danno irreversibile. Questo capita sia a carico di un dente sia a carico delle gengive.
Occorre prevenire eventuali dolori con visite regolari che variano a seconda del paziente. Il nostro modus operandi prevede di individualizzare il protocollo terapeutico/preventivo a seconda delle condizioni del paziente al momento della prima visita.

Oggi si possono utilizzare telecamere (scanner) digitali che, per mezzo di un lettore ottico, “registrano” le forme che vogliamo riprodurre. Noi utilizziamo queste metodiche per registrare, ad esempio, la forma dei denti prima di un trattamento ortodontico di tipo “invisibile”. Per tutti i lavori protesici (capsule, ponti, intarsi) preferiamo ancora un metodo analogico tradizionale. La precisione dei manufatti che “escono” da un flusso interamente digitale, al momento, non è ancora paragonabile alla precisione ottenibile con il metodo analogico.

La prima visita svolge un ruolo fondamentale per diversi aspetti: 1) mi da la possibilità di capire che tipologia di paziente ho di fronte ovvero quale è la sua reale richiesta 2) inquadrare la sua priorità 3) valutare le criticità 4) inserire il paziente in un quadro di richiami e controlli, curare eventuali patologie e inestetismi, salvaguardare tutto ciò che è in salute.

Come minimo una, ma è necessario individualizzare il nostro comportamento in base alle reali necessità del paziente.

È un procedimento assolutamente non invasivo né nocivo utilizzato per schiarire i denti. Tutti lo possono effettuare a patto che i denti da sbiancare siano privi di otturazioni; queste, infatti, potrebbero reagire in maniera differente dal dente naturale.

Se si vuole un sorriso da “star”, esistono, in ordine, le seguenti possibilità: lo sbiancamento dentale effettuato su denti sani in una piacevole e armonica disposizione ma poco chiari; l’apparecchio invisibile quando la qualità e il colore dei denti è soddisfacente ma risultano spazi e/o sovrapposizioni inestetici; restauri estetico-protesici come le faccette in ceramica. Di queste tre soluzioni, una non deve escludere l’altra.

I denti, una volta devitalizzati (ovvero dopo aver rimosso il tessuto nervoso dall’interno), perdono elasticità e una parte di resistenza dovuta al fatto che vengono “bucati” nella parte superiore. I denti deputati alla masticazione, come premolari e molari, è bene che siano ricoperti con una corona (capsula) in materiale ceramico o metallo/ceramico.

La corona dentale (o capsula) è una “copertura” che mette al riparo i denti devitalizzati da un’eventuale possibile frattura che, a sua volta, può obbligare l’estrazione del dente stesso. La corona può essere realizzata in vari materiali che differiscono tra loro per durezza, resistenza ed estetica. Le corone provvisorie sono realizzate in resina, le corone definitive vengono realizzate in metallo, metallo con ceramica, ceramica assoluta, zirconio e zirconio ricoperto in ceramica.

Si, ma la placca batterica è poco visibile ad occhio nudo. Per individuarla si può ricorrere a particolari pastiglie che contengono un colorante innocuo. Una volta sciolte in bocca, colorano di rosso la placca mettendo in evidenza le zone non completamente pulite e che quindi vanno pulite nuovamente con lo spazzolino. Per un controllo approfondito, però, è bene andare dal dentista, che può analizzare al meglio la parete posteriore dei denti.